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Allarme della cgil:

"così diminuiscono le responsabilità"

Sicurezza e lavoro, via libera al decreto

Ma scoppia la polemica con la Cgil

Il governo presenta il dl.

Epifani: "Errore grave". Sacconi: "Pregiudizio". Plaudono le piccole imprese

2009-03-27

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2009-03-27

Allarme della cgil: "così diminuiscono le responsabilità"

Sicurezza e lavoro, via libera al decreto

Ma scoppia la polemica con la Cgil

Il governo presenta il dl. Epifani: "Errore grave". Sacconi: "Pregiudizio". Plaudono le piccole imprese

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legislativo contenente disposizioni integrative e correttive al Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ora il decreto legislativo correttivo del decreto 81 dovrà andare all’esame delle competenti commissioni di Camera e Senato e della conferenza Stato-Regioni. Ma la modifica ha innescato una dura polemica con la Cgil. Epifani ha criticato il provvedimento ("Un errore grave che il Paese fa fatica a comprendere). E Sacconi ha immediatamente risposto con pari polemica: "La Cgil ed Epifani non conoscono il testo e giá ci sono manifestazioni e dichiarazioni contrarie. Questa è la prova provata che dalla Cgil c'è solo pregiudizio. Non è più la Cgil di Di Vittorio pronta a confrontarsi sui testi con testardaggine anche con un Governo non amico. Qui abbiamo la Cgil del pregiudizio".

NOVITÀ - Tra le novità, secondo quanto annunciato, l'aumento delle le sanzioni pecuniarie rispetto a quelle finora previste. Resta l'arresto per il datore di lavoro che non procede alla valutazione del rischio nelle aziende considerate a rischio rilevante, mentre le sanzioni pecuniarie saranno aumentate del 50% rispetto a quelle previste dalla legge 626 del 1994 sulla sicurezza sul lavoro. (Leggi una sintesi delle novità principali)

LE CRITICHE DELLA CGIL - Guglielmo Epifani lancia l'allarme e parla di un "errore grave che la Cgil non comprende e che anche il Paese fa fatica a comprendere". Da tempo il sindacato aveva chiesto di non toccare il Testo unico e di avviare una sperimentazione per due anni. "In Italia non c'è bisogno di modifiche legislative continue che fanno venire meno la certezza della norma ed è questa una modifica di cui non si sentiva assolutamente il bisogno" ha detto Epifani alla presentazione del rapporto Ires-Cgil sui salari. Secondo il sindacato le modifiche non riguardano solo le sanzioni, che in ogni caso "si attenuano", ma anche altri capitoli che diminuiscono le responsabilità dei datori di lavoro. "Altri adempimenti andavano fatti e ci voleva più prudenza proprio ora che comincia il processo a Torino per l'Eternit e vediamo le immagini del rogo della Thyssen Krupp. Si è fatto invece un passo indietro". Le nuove norme, ha aggiunto Epifani, "spostano più responsabilità sul lavoratore che non sull'azienda".

LE PICCOLE IMPRESE APPLAUDONO- Il fronte favorevole alle nuove norme si apre con associazioni di categoria come la Confederazione dell'artigianato, xche parla di "importanti novità che riguardano prima di tutto le necessarie semplificazioni per rendere le disposizioni applicabili alle piccole imprese; la rivisitazione del sistema sanzionatorio che ha abbassato le singole sanzioni rendendole più proporzionali alle responsabilità dei singoli soggetti". O come la Confartigianato, che ritiene "opportuna la riformulazione delle sanzioni in base a criteri che mantengano la deterrenza e la dissuasività dei comportamenti scorretti, ma senza gli eccessi del Testo Unico che puniscono allo stesso modo gli errori formali e le violazioni che causano situazioni di pericolo reale per i lavoratori". Ma sul fronte politico ci sono già le posizioni negative dell'opposizione. Favorevole anche Confcommercio: "Il dl mira a promuovere una cultura ed una pratica sostanziale della sicurezza sul lavoro, puntando fortemente su politiche e strumenti di formazione e prevenzione, riducendo formalismi ed appesantimenti burocratici, razionalizzando l’apparato sanzionatorio, valorizzando gli enti bilaterali ai fini della certificazione dei modelli di organizzazione della sicurezza"

DI PIETRO: "LICENZA DI UCCIDERE" - La reazione politica più dura arriva da Di Pietro, che parla di "licenza di uccidere". Il leader dell'Idv spiega che "già le norme approvate dal governo sulla denuncia ritardata delle assunzioni favoriscono sfacciatamente il lavoro nero e il camuffamento degli incidenti sul lavoro. Ora si restringe ancora di più l'intervento degli ispettori del lavoro e si indeboliscono e riducono notevolmente le sanzioni per gli imprenditori che non applicano la disciplina sulla prevenzione. È un vero e proprio colpo di spugna che nella sostanza depenalizza il reato di omessa applicazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e cancella l'aggravante di questi comportamenti sulla sanzione del reato. Il governo aveva detto che avrebbe dichiarato guerra agli infortuni sul lavoro. Non aveva detto però da quale parte l'avrebbe combattuta. Ora sappiamo che sta dalla parte degli omicidi". Più cauto ma ugualmente negativo il commento di una nota congiunta firmata da Enrico Letta, responsabile Welfare Pd, di Cesare Damiano, responsabile lavoro e di Tiziano Treu, vicepresidente commissione lavoro del Senato: "Ci riserviamo di vedere il testo. Come abbiamo più volte rilevato, non abbiamo obiezioni di fronte a correzioni formali o a miglioramenti soprattutto diretti a rafforzare la prevenzione e il controllo . Siamo però decisamente contrari a modifiche sostanziali che cambino l'impostazione di fondo del testo unico sulla sicurezza. Purtroppo, il governo ha già provveduto, nei mesi precedenti, ad apportare modifiche peggiorative".

27 marzo 2009

REPUBBLICA

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2009-03-27

Approvato il nuovo testo dal Consiglio dei ministri. Il reato penale scatta

solo in presenza di violazioni molto gravi, negli altri casi sanzioni amministrative

Sicurezza sul lavoro, via alle nuove regole

La Cgil non ci sta: "Un grave errore"

Epifani: "Un provvedimento incomprensibile". E la Fiom protesta: "Inaccettabile"

Il ministro assicura che ci saranno consultazioni e che il testo "è aperto"

Sicurezza sul lavoro, via alle nuove regole La Cgil non ci sta: "Un grave errore"

ROMA - Pronte le nuove regole per la sicurezza sui posti di lavoro. Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legislativo contenente disposizioni integrative e correttive al testo unico oggi vigente, che risale al 1994. Secondo il ministro del Welfare Maurizio Sacconi "il provvedimento è all'interno della delega decisa dal governo Prodi". Ma la reazione della Cgil è molto negativa: "Questo norma - ha detto il segretario generale Guglielmo Epifani - è un grave errore che non capiamo e che il Paese fatica a comprendere".

Tra le novità, il fatto che le sanzioni penali resteranno solo per violazioni gravi. Sacconi ha spiegato che ''l'arresto esclusivo'' viene mantenuto per l'omessa valutazione del rischio, nelle aziende che sono a elevato rischio di incidente. Alcune modifiche riguardano il confine tra ''arresto o in alternativa ammenda'' e sanzioni amministrative. Quando le violazioni sono sicuramente ''sostanziali'' si applica l'ammenda (penale) e quando invece sono ''sicuramente solo formali'' si applica la sanzione amministrativa. ''Il penale - ha sottolineato il ministro - ha senso ogni volta che la violazione è sostanzale. Non si puo' applicare per violazioni come irregolarità nella scrittura dei documenti o della trasmissione dei dati)".

Il ministro ha aggiunto che ''non è vero che più c'è la sanzione, più c'è sicurezza. La cosa importante è assicurare l'effettività della sanzione''. Con le nuove disposizioni la sanzione massima, che è prevista per ilprogettista, sale a circa 20.000 euro, mentre per il datore di lavoro diventa di circa 8.000 euro. Ancora, secondo il ministro con le norme appena approvate sarà più facile sospendere l'attività di un'azienda che ha violato le norme sulla sicurezza. Nel decreto viene sostituito l'attuale parametro della "reiterazione" della violazione, a quello di "violazioni plurime" che consente di sospendere l'attivita già alla prima ispezione.

Sacconi ha assicurato che, comunque, saranno consultate le parti sociali e che "il testo è aperto a modifiche". Il testo, ha sottolineato, "è aperto", passa ora all'esame della conferenza Stato-Regioni e delle competenti commissioni parlamentari. "Mi auguro che il confronto voglia essere civile - ha concluso Sacconi - perchè non accetterò o reagirò con forza a chi dovesse usare un linguaggio esasperato".

Davanti a Palazzo Chigi, per tutta la mattina c'è stato un presidio della Fiom-Cgil che ha protestato vivacemente contro "le stragi sul lavoro in continuo aumento" e contro il provvedimento del governo. Durissimo Gianni Rinaldini (Fiom-Cgil): "Un provvedimento inaccettabile. Sono attenuate le sanzioni nei confronti delle imprese e si riducono le forme di controllo e prevenzione. Per noi il vecchio testo unico andava bene, aveva ricevuto il giudizio negativo di confindustria e delle organizzazioni imprenditoriali che chiedevano uno stravolgimento in nome della semplificazione".

(27 marzo 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-03-27

Governo e imprese alleati, sicurezza sul lavoro a rischio

di Massimo Franchi

Una sfida personale, contro tutto e contro tutti, ascoltando solo le pressioni di Confindustria. Il ministro Sacconi non ha voluto prendere in considerazione nemmeno l’appello del suo collega di partito Fabio Granata. Non proprio l’ultimo arrivato del Pdl, visto che si tratta pur sempre del vicepresidente della Commissione Antimafia. "Modificare il Testo unico abbassando le ammende per gli imprenditori sarebbe strano e gravissimo perché darebbe l’idea di un senso di impunità", ha detto Granata tra gli applausi della platea "bipartigiana" convocata ieri alla Camera da Articolo 21 per chiedere a Sacconi di fermarsi.

Niente da fare. Questa mattina il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alle modifiche al Testo unico sulla sicurezza del lavoro. Sfidando dunque anche i suoi stessi colleghi di partito, Sacconi tira diritto e accelera. Molti scommettevano che il polverone sollevato dal solo rischio di modifiche avesse almeno l’effetto di rimandare l’esame del nuovo testo alla prossima settimana. E invece.

SANZIONI RIDOTTE, MENO CONTROLLI

Ma cosa conterrà il nuovo testo? Come il piano-casa di Berlusconi, Sacconi si è sentito scoperto: le anticipazioni della scorsa settimana che hanno fatto gridare allo scandalo saranno in buona parte modificate. Qualcosa la protesta ha giù spuntato. Per esempio il mantenimento dell’arresto del titolare dell’azienda in caso di gravi irregolarità. Oppure (ma il condizionale è d’obbligo) il mantenimento della figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale per le imprese sotto i 15 dipendenti che non possono averne uno interno.

Ma il disegno complessivo rimane lo stesso: riduzione della sanzioni e dei controlli perché - come ha spiegato Sacconi - il Testo Unico oggi in vigore è "pieno di eccessi formalistici". La cosa è stata richiesta con insistenza da Confindustria e da tutte le associazioni datoriali interessate e Sacconi ha obbedito.

E allora ecco che al posto della "reiterazione" di una inadempienza arriva la "plurima violazione". Qual è la differenza? È presto detta: per chiudere un cantiere non basterà che al secondo controllo rimangono delle irregolarità. Ora dovrà esserci un terzo controllo e solo se l’impresa non avrà sanato le contestazioni allora scatterà il sequestro. Le sanzioni pecuniarie saranno diminuite della metà addirittura rispetto alla legge 626 del 1994 e quindi di quasi tre volte rispetto al Testo unico ora in vigore. Un altro capitolo riguarda la cosiddetta "cartella rischio personale". Si tratta di quel documento che racchiude la storia sanitaria di un lavoratore. Se un interinale passa da un cantiere all’altro, consultando questa cartella l’impresa sa che dovrà evitare di mettere, ad esempio, un ragazzo pieno di fratture su un traliccio. Se la norma verrà cancellata questo non accadrà più e il rischio incidenti aumenterà. Per ultimo, spazio alla bilateralità: i controlli saranno sostituiti da accordi fra imprese e lavoratori.

PD E ARTICOLO 21: DAREMO BATTAGLIA

Le reazioni a tutto questo sono durissime. "A parte qualche marcia indietro come quella sull’arresto - spiega Cesare Damiano - mi pare si vada verso uno scardinamento del testo. Se così sarà, daremo battaglia perché il Testo unico è basato essenzialmente sulla prevenzione e limitarla significa rimettere in pericolo i lavoratori". Molto duro anche Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21: "Un pessimo segnale perché a difesa del Testo si era costruita un’alleanza trasversale che andava da Renata Polverini dell’Ugl ad importanti esponenti della Chiesa e della maggioranza, come Granata. C’è un vizio ideologico dietro questo attacco: il governo chiede pene severe per tutto e invece sulla sicurezza sul lavoro le riduce. Spero che anche qualche imprenditore illuminato se la senta di protestare".

Articolo 21 e Cesare Damiano sono i primi ispiratori della Carovana per la sicurezza che continua a girare l’Italia (prossime tappe l’8 maggio a Moncalieri, il 26 giugno a Vicenza, poi La Spezia e Ravenna) per lottare contro quella che il regista Giuliano Montaldo definisce "l’orribile guerra sporca che sta devastando anche culturalmente il paese".

27 marzo 2009

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-03-27

Cdm. Via libera al decreto sulla sicurezza lavoro

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27 marzo 2009

Maurizio Sacconi durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi (Ansa)

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo sul testo unico della sicurezza del lavoro. "Arricchirò l'iter con la consultazione delle parti sociali", ha spiegato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi. Sacconi ha ricordato che, dopo la prima lettura nel Cdm di oggi, il testo andrà alla Conferenza Stato-Regioni e poi alle commissioni parlamentari competenti per poi tornare in Consiglio dei ministri per il varo definitivo. "È un testo aperto - ha sottolineato il ministro - se pensiamo alla rilevanza che hanno i pareri della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari".

Il decreto varato oggi, ha detto Sacconi, é del tutto "coerente con i principi e i criteri direttivi" della legge delega approvata dal governo Prodi, che prevede un "potere aperto di correzione". Il decreto, dunque, "é dentro la delega, che io non ho votato, ma che il governo - riferisce il ministro del Welfare - ha deciso di non rimettere in discussione". E lancia una frecciata al Governo Prodi. La legge del Governo Prodi, ha detto Sacconi, approvata a camere sciolte, sconta una "redazione frettolosa e lo si vede molto bene". Da una serie di errori evidenti: "si sono confusi i milligrammi con i nanogrammi, unità di misura molto diversa, il che ci dà l'idea- conclude sacconi- degli errori anche materiali contenuti nel testo unico".

Nel documento di valutazione di rischio, "un documento basico per l'impresa - spiega il ministro - si include per la prima volta una specifica richiesta di considerare i lavori precari, i contratti a termine, che espongono a un maggiore rischio coloro che li svolgono, soprattutto in certi settori produttivi".

Nel testo conferma dell'arresto per il datore di lavoro che non procede alla valutazione del pericolo nelle aziende considerate a rischio rilevante e sanzioni pecuniarie più pesanti del 50% rispetto a quelle previste dalla legge 626 sulla sicurezza sul lavoro. Rispetto alla normativa attuale, dunque, spiega il ministro, la sanzione "qualche volta é di più, qualche volta di meno". E altra novità, é stata introdotta una sorta di "scala mobile", un meccanismo automatico di adeguamento. "Rimane anche - dice Sacconi - il caso dell'arresto come unica sanzione nel caso di alcune violazioni non solo sostanziali, ma anche significative".Diminuiscono, invece, le sanzioni per inadempienze burocratiche. (N.Co.)

27 marzo 2009

 

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